UAE Team Emirates, l’I.A. e i big data per vincere il Tour: “Cerchiamo informazioni che potrebbero sbloccare le prestazioni degli atleti”
L’intelligenza artificiale può aiutare a vincere il Tour De France? È la domanda a cui sta provando a trovare una risposta l’UAE Team Emirates. La squadra emiratina sta provando a portarsi all’avanguardia sotto questo punto di vista, che per certi versi è già presente nel ciclismo professionistico. Le prestazioni degli atleti vengono analizzate ormai dagli algoritmi sempre più sofisticati dell’apprendimento automatico, ma dalla progettazione della bici, alla profilazione delle prove a cronometro, al calcolo delle calorie e persino alla selezione delle squadre, i “big data” stanno portando nuove informazioni alle squadre. La squadra di Tadej Pogačar scommette che un’immersione profonda nei “big data” rivelerà una dimensione invisibile di analisi delle prestazioni che lo aiuterà a detronizzare Jonas Vingegaard nel 2024 e oltre.
“Ci sarà sicuramente una svolta grazie all’uso dell’I.A. nei prossimi anni – ha detto a Velo il coordinatore delle prestazioni della squadra, Jeroen Swart – Ora stiamo lavorando con un’I.A. partner per esaminare enormi quantità di dati sull’allenamento e sulle prestazioni, e altre variabili che possiamo inserire per valutare quali fattori danno il maggiore rapporto qualità-prezzo. Stiamo esaminando il protocollo di allenamento, le selezioni delle gare, tutto il possibile“.
L’UAE Team Emirates ha ora stretto una partnership con Presight, azienda emiratina leader nel settore dell’analisi dei big data basata sull’intelligenza artificiale, per scoprire cosa muove l’ago in termini di metodologie di allenamento: “Abbiamo la nostra comprensione tradizionale basata sull’evidenza di quali fattori sono importanti nell’allenamento, nelle gare, nella nutrizione, ecc. – aggiunge Swart – Ma quando inseriamo tutto questo in un sistema di I.A., è probabile che inizieremo a identificare altre variabili o altri modelli che potremmo non aver considerato in passato. E questo potrebbe fornire alcune nuove informazioni che potrebbero sbloccare le prestazioni di alcuni atleti”.
“Questa è la bellezza dell’intelligenza artificiale, non ha nozioni preconcette: prende i dati, li analizza e fornisce un sacco di risposte“, conclude il merito “e se lo provi e trovi qualcosa di reale, allora sai di aver trovato qualcosa di nuovo”.
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